Parlare di LIMBO è come trovarsi a scrivere una critica su un caposaldo della storia della letteratura come magari potrebbero essere “La Divina Commedia” o “I Promessi Sposi”. In questo caso però non si tratta di un classico del romanzo italiano, ma di uno dei più importanti giochi indie mai pubblicati.
La creazione del team di sviluppo Playdead ha ormai qualche annetto, essendo stato pubblicato per la prima volta nel 2010; inizialmente solo per console, è poi arrivato su tutte le piattaforme, fino ad Android nel 2015, lasciandosi alle spalle una lunga scia di premi e splendidi commenti.
GAMEPLAY – DIE AND TRY
Pur banalizzando un titolo di questo calibro, si può parlare di un semplice puzzle-platform a scorrimento laterale nel quale lo scopo è quello di far evitare brutti incidenti al protagonista. Il sistema di controllo è estremamente semplice: per muoversi sull’asse orizzontale basterà toccare lo schermo in qualsiasi punto come se ci fosse un pad mentre per saltare si utilizza lo slide; tenendo premuto, invece si interagisce con gli oggetti.
Meno intuitivi sono le serie di ostacoli che ci si trova ad affrontare, per i quali si deve aguzzare l’ingegno analizzando l’ambiente e gli oggetti. Quasi mai capiterà di procedere speditamente perché le trappole e i mostri non sono affatto prevedibili e perciò saranno necessari più tentativi.
STORIA – AD OGNUNO LA SUA
Un ragazzo del quale si vede solo il contorno e due piccoli occhi, che sono stati ispirazione per migliaia di sviluppatori, si ritrova addormentato in una oscura foresta. Nulla guida il videogiocatore con introduzioni o dialoghi, sarà solo la sua curiosità a spingerlo alla fine di questo gioco avventuroso e ricco di mistero, aperto a qualsiasi interpretazione.
GRAFICA E SONORO – UN CHIAROSCURO FOTOGRAFICO
Il bianco e nero che domina la grafica di LIMBO rimanda immediatamente ad un confronto con la fotografia dove questo genere di tecnica viene molto utilizzata ancora oggi. In un gioco immaginario di improbabili accoppiamenti, il primo e più evidente sarebbe un accostamento con le immagini di Cartier-Bresson per la carica innovativa del suo tempo e l’asciuttezza compositiva che caratterizzano anche questo titolo.
Il secondo per quanto riguarda i giochi di luce e il tipo di ambientazioni potrebbe essere fatto con il contemporaneo inglese Micheal Kenna: scenari in bianco e nero mozzafiato che si sviluppano in orizzontale su sfondi sempre piuttosto neutri.
Il comparto sonoro è stato studiato, invece come un supporto ad un comparto grafico così potente e ben realizzato, per cui si limita ad una serie di effetti contestualizzanti in linea con il concept.
ANDROIDGAMER.IT LO CONSIGLIA? |
Si 🙂 |
Conclusioni
LIMBO è un puzzle-adventure game, considerabile ormai come un grande classico nel mondo videoludico perché non solo ha avuto un successo planetario, ma sarebbe definibile come prototipo perfetto di gioco indie.
Moltissimi sviluppatori hanno preso più di uno spunto, dagli scenari presenti nel gioco alla caratterizzazione del personaggio, con questa sagoma della quale si vedono solo gli occhi. Tutto è estremamente curato per offrire al videogiocatore un esperienza che lo impegni con enigmi con un buon livello di difficoltà e uno stile così fortemente espressivo che comunica alla sfera emotiva.
Dispositivo utilizzato per la recensione: Samsung Galaxy Tab A - Android 6.0